Nuovo intervento di Antropozoa su GenitoriMagazine.it con un argomento di particolare interesse: i cuccioli nelle aule scolastiche. Ovvero, come la pet therapy entra tra i banchi portando benefici a tutti, studenti, insegnanti e operatori scolastici.
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Il cane a scuola? Si può. E fa bene a tutti

Il cane a scuola? Si può. E fa bene a tuttiChissà quante volte avete dovuto lottare con le lacrime dei vostri figli che volevano portare il cane di famiglia con sé a scuola. Un capriccio che fa sorridere e racconta i grandi affetti che possono nascere tra un cucciolo di uomo e un cucciolo di animale.

Ma spesso i cani entrano davvero nelle scuole. Lo fanno per terapia, simpatici ‘esperti’ a quattro zampe che arrivano in classe e portano allegria a tutti, ai piccoli studenti con problematiche varie per i quali sono utilizzati come forma di co-terapia, ma anche per tutti gli altri bambini, gli insegnanti e il  personale. Perché il cane, si sa, è portatore sano di sorrisi!

Come associazione spesso veniamo chiamati dalle scuole per intervenire con la pet therapy per lo più bambini disabili. Infatti questo intervento è molto efficace di fronte a casi di autismo, psicosi, per ragazzi con disturbi pervasivi o con sindrome di down.
In questo anno scolastico stiamo seguendo all’interno di istituti scolastici circa 30 bambini e ragazzi con età che vanno dai 2 ai 22 anni. Ognuno di loro crea un legame speciale con gli animali che incontra per circa tre mesi. C’è chi poi li conosce ormai da anni e ha una grande familiarità con i cuccioli Antropozoa, Pippi, Mirtillo, Budino, Muffin Jinny.

I bambini da noi seguiti vengono accompagnati a partire dalla prima elementare, a volte anche la scuola materna fino alle scuole medie. Il compito del nostro cane-terapeuta e dell’operatore che lo affianca in ogni fase, è di lavorare sulla loro comunicazione, sul loro senso di cura rivolto verso il quattro zampe.

Grazie alla pet therapy, i bambini con queste tipologie di problemi possono migliorare la loro qualità di vita a scuola a partire dall’aspetto cognitivo: la co-terapia con un operatore e un animale permette di migliorare alcune abilità mentali come la capacità di memorizzazione e il pensiero riflessivo o induttivo, di acquisire una capacità di lettura con l’utilizzo di linguaggi convenzionali e simbolici, tramite per esempio l’uso delle immagini e delle azioni degli animali.

Dal punto di vista emotivo favorisce l’aumento di vissuti positivi e combatte emozioni negative, promuove la crescita affettiva e fa superare le tendenze egocentriche tipiche dell’infanzia, oltre a stimolare l’autostima. Dal punto di vista comportamentale, favorisce il rilassamento corporeo, diminuisce l’iperattività e l’aggressività, aiuta ad acquisire regole e comportamenti adattivi. Inoltre migliora la capacità di comunicazione e la relazione e permette di intervenire su alcuni tipi di fobie. Nei bambini in particolare il rapporto con l’animale porta a una parziale identificazione: si incanalano i valori o le caratteristiche dell’altro imitandone il comportamento, facendo propri i suoi sentimenti ed esternandoli. Il bimbo si proietta sul cane, acquisisce sicurezza e stabilità emozionale.

Si creano dunque legami speciali che vanno avanti per tanto tempo e che accompagnano i bambini fino al superamento della quinta elementare o all’esame di terza media.

Spesso il lavoro con questi bambini è un occasione anche di partecipazione con la propria classe, dopo un percorso dove i piccoli imparano il controllo, alcuni esercizi, l’accudimento e anche la differenza comportamentale e fisica delle diverse razze, poi in una o più giornate di dimostrazione vengono coinvolti anche i compagni di classe. Spesso i cani diventano argomento di esami e di compiti entrando così a far parte del percorso didattico.

Insomma, il cane ancora una volta è un bene per tutti. Anche in classe.

di Francesca Mugnai, presidente di Antropozoa