di Francesca Mugnai
Negli ultimi anni la scuola si è aperta sempre di più a esperienze educative innovative. Una di queste è l’introduzione degli interventi assistiti con gli animali, meglio conosciuti come “pet therapy”. Non si tratta di “portare un cane a scuola per farlo accarezzare ai bambini”: dietro c’è un lavoro strutturato, con obiettivi precisi, condotto da professionisti formati. Ma perché la presenza di un animale può fare la differenza, soprattutto per ragazzi con bisogni speciali, disturbi dell’apprendimento o dell’attenzione?
Un alleato silenzioso che facilita la relazione
Gli animali hanno una caratteristica unica: sanno entrare in contatto senza giudizio. Questo aspetto è prezioso in un contesto scolastico, dove gli studenti si sentono spesso valutati, inadeguati, etichettati attraverso un voto. Il cane può diventare un “ponte relazionale”, che permette al ragazzo di sperimentare fiducia e sicurezza.
Facciamo un esempio: chi ha disturbi nell’attenzione, durante una lezione di una materia particolarmente complessa fatica a stare concentrato, ma quando si tratta di dare comandi concreti a un cane, a dirgli “seduto” e osservarne la risposta, si riesce a mantenere l’attenzione per tutto il tempo necessario a fare quell’azione specifica, che dà un risultato pieno di soddisfazione e che suscita emozioni positive. Rinforza e migliora l’autostima. Questo piccolo successo diventa una spinta motivazionale che può essere trasferita anche alle attività scolastiche tradizionali.
Inclusione che parte dall’esperienza condivisa
La presenza di un animale in classe non porta benefici solo ai ragazzi con bisogni speciali per i quali, spesso, l’intervento assistito viene originariamente immaginato, ma a tutto il gruppo. Le attività con gli animali si svolgono in forma cooperativa: ogni studente ha un ruolo, piccolo o grande, nel prendersi cura, osservare o guidare l’animale. Questo genera un senso di appartenenza e abbatte barriere sociali. Unisce e non divide, mettendo tutti sullo stesso piano, soprattutto all’occhio dell’animale che non vede differenze, non nota difficoltà o bisogni particolari: non giudica, non distingue, non corregge. L’esperienza con l’anima diventa collaborazione.
Dalla relazione con l’animale a nuove competenze
Oltre agli aspetti emotivi e relazionali, la pet therapy in ambito scolastico aiuta a sviluppare competenze concrete. Tra queste ci sono le capacità attentive, perché interagire con l’animale richiede osservazione e ascolto, l’autoregolazione, dato che i ragazzi imparano a modulare voce e gesti per comunicare con l’animale, ma anche l’empatia e responsabilità, attraverso la cura e il rispetto verso un altro essere vivente e la relazione con il proprio compagno.
Benessere sistemico: la comunità scolastica respira insieme
L’ingresso di un cane a scuola non porta benefici solo agli studenti. L’intera comunità scolastica ne è toccata: insegnanti, collaboratori scolastici e persino il personale di segreteria o dirigenza, quando il cane, accompagnato dal suo operatore umano, varca il portone della scuola, istintivamente sorridono, si rilassano, vivono quel momento come un qualcosa di “diverso”, fuori dall’ordinario correre di tutti i giorni. La presenza dell’animale crea un clima più disteso, abbassa i livelli di stress, riduce i conflitti e favorisce una maggiore disponibilità al dialogo. In altre parole, migliora l’atmosfera generale, trasformando la scuola in un ambiente più sereno e accogliente, in cui ciascuno – a qualunque livello – si sente partecipe.
Uno specchio delle emozioni che l’insegnante può osservare
C’è un altro aspetto prezioso che spesso viene sottovalutato: quando un bambino/ragazzo interagisce con l’animale, emergono tratti della sua emotività, delle sue relazioni e dei suoi comportamenti che nella normale dinamica didattica possono restare nascosti. L’insegnante, osservando la relazione cane-studente, può cogliere segnali importanti: chi è più timido e si apre con l’animale, chi fatica a rispettare i turni, ma impara a farlo, chi mostra una tenerezza che raramente si manifesta in classe. Sono piccole “finestre” sul mondo interiore degli studenti, che arricchiscono la conoscenza che l’insegnante ha di ciascuno e che possono orientare strategie educative più efficaci.
Un investimento sul benessere scolastico
Prevedere progetti di IAA nella scuola significa investire in un ambiente più inclusivo e sereno. L’animale diventa un facilitatore di relazione, uno stimolo all’apprendimento e un promotore di benessere condiviso. È il risultato di un approccio scientifico e strutturato che unisce pedagogia, psicologia ed etologia.
Gli animali ci ricordano che l’apprendimento migliore nasce quando ci sentiamo accolti, valorizzati e parte di un gruppo. Portare questa lezione a scuola, soprattutto per i ragazzi che hanno più difficoltà, è un dono prezioso per tutti che merita di essere coltivato.