Sentiamo sempre più spesso dire che gli animali sono i nostri compagni di vita, preziosi, insostituibili. Quello con loro un  rapporto e  una presenza irrinunciabile e vitale.
Poi però a ben osservare vediamo che mentre “loro ci stanno a guardare”: ci scrutano, ci osservano,  noi facciamo altro, siamo distratti, riempiamo con tante cose, inutili lo stare insieme. Questa constatazione ci porta a interrogarci sulla qualità del rapporto, o meglio di un non-rapporto. Siamo insieme davvero o conviviamo nel medesimo spazio, abitudini, routine, noia?
Come mai anche in questo periodo di isolamento invece di goderci la relazione insieme, magari con la lettura di un libro e il nostro gatto vicino, con una passeggiata nelle modalità concesse, con un sano accurato accudimento  e giochi semplici e in libertà ci riempiamo di appuntamenti di fantasie di propositi a volte molto divergenti da questa dimensione di benessere in relazione con i nostri amici.  Perché  mai viviamo  così intensamente  una dimensione “over”? Overstressing, overfeeling, overtasking!
Mai come  adesso stiamo ricevendo mail di persone che hanno voglia di intraprendere una formazione lunga e impegnativa come la nostra, perché la natura e gli animali sono una potente passione. Ben venga  questo progetto se questo momento ha permesso di valutare un investimento su se stessi e sul proprio futuro, un pensiero propositivo di tempo e di qualità che porterà a una svolta o a un approfondimento importante per la vita. Almeno questo dovremo averlo capito in questo momento: scegliere ciò che ci appartiene ci si cuce addosso, ma se lo facciamo di fretta e per impulsività, per riempire vuoti, forse non è una buona scelta. Ma c’è anche, chi in questo momento manifesta la rinnovata volontà di vivere con un cane o un gatto, quasi a sopire il vuoto che abbiamo sentito e che stiamo sentendo. Ha davvero un senso tutta questa bulimia emotiva?
Forse non è che  la calma, l’oblio, l’attesa, la sosta  la semplicità tipici del mondo animale ci fanno un po’ paura? Vorremmo esserlo un po’ così, ma è troppo difficile sentire  e lavorare per” la calma.In questa schizofrenia tra “stare” ed “essere” non è che stiamo perdendo (anche stavolta) l’occasione di trattare il silenzio e la sosta la sospensione come la vera cura per la mente emotiva?
Galleggiare,  attendere il momento : non è forse ciò che fa crescere la creatività nel pensiero?
Anche le nostre relazioni hanno bisogno di ossigeno: gli animali sono “qui” e sono “qui con noi”. Non accanto, non vicino: “con”.  In sintonia. La buona convivenza non è attraversare le cose, ma farle insieme. Educandoci reciprocamente. Non perdiamo questa buona occasione.

ps nell’immagine Lola 16 anni

 

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