di Francesca Mugnai

Nell’ambiente ovattato di molte residenze per anziani, dove il tempo scorre con una lentezza diversa, gentile eppur malinconica, l’ingresso di un animale può rappresentare tanto. Tantissimo.
Entra un cane o un gatto e succede qualcosa di particolare: gli sguardi spenti si riaccendono, mani a volte tremolanti cercano un contatto, ci si sforza di fare movimenti ormai diventati difficili pur di toccare quel pelo morbido, voci spesso taciturne si risvegliano.
Lo vediamo spesso nei nostri Interventi assistiti con gli animali in alcune strutture per anziani, anche nelle sezioni dedicate a chi ha problemi di demenza o Alzheimer.

È la forza discreta della presenza animale. Una presenza che non parla, non giudica, ma accompagna.

Gli animali non sostituiscono cure mediche o farmaci. Ma nei contesti dove la qualità della vita dipende anche dalla dimensione emotiva e relazionale – come nelle RSA – la loro presenza fa la differenza, in particolare quando si mettono in atto interventi assistiti con gli animali, percorsi strutturati e condotti da professionisti formati, progetti personali, monitorati, modificati in base alle necessità. Il loro effetto in una struttura per anziani è coinvolgente e endemico.

Riduce la solitudine

Per molte persone anziane, la solitudine è una compagna silenziosa e costante. Gli animali offrono una relazione immediata e sincera. Non servono parole né sforzi: basta uno sguardo, un tocco, la sensazione di essere visti. Questo tipo di legame ha un effetto profondo: spezza l’isolamento, dona conforto, fa sentire ancora parte di qualcosa.

Stimola la memoria

Il contatto con un animale spesso riattiva ricordi sopiti: “Anche io avevo un cane”, “Il mio gatto si chiamava Minù”. Emergono frammenti di vita passata, episodi d’infanzia, storie familiari. La memoria autobiografica si risveglia in modo naturale, grazie a stimoli sensoriali ed emotivi che solo un essere vivente può innescare.

Migliora l’umore

Numerose ricerche scientifiche hanno confermato che la presenza di un animale può ridurre ansia e stress, stimolare la produzione di endorfine, migliorare l’umore. Ma lo si vede soprattutto negli occhi degli anziani, nei loro sorrisi: sono più distesi, più partecipi, più disponibili al dialogo. La giornata prende un altro ritmo.

Una relazione vera

Gli animali coinvolti in questi interventi, insieme al loro operatore umano, diventano partner di una relazione significativa. Ogni incontro è pensato in base alle caratteristiche degli ospiti, agli obiettivi del percorso, alla storia dell’uomo o la donna a cui si avvicinano, ma anche dell’animale stesso. Entrambi hanno diritto a stare bene nella relazione.
Non si tratta di “fare compagnia”. Si tratta di attivare risorse interiori, riaccendere legami, stimolare il pensiero e lo sguardo al futuro.

Qualcosa cambia

Negli spazi delle residenze per la terza età, la pet therapy rappresenta un’opportunità preziosa per restituire umanità, affetto e vitalità alla quotidianità degli ospiti. Non cambia tutto, ma cambia qualcosa. E a volte, quel qualcosa basta per fare la differenza.
Perché quando un cane ti guarda negli occhi, non sei più invisibile.

 

 


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